Il poeta scrive seduto a tavolino
Sul suo quaderno tascabile o su un
tovagliolo
Alle volte accende la luce
Poi la spegne scuotendo la testa;
a volte poi rientra di corsa
(gli altri pensano che debba andare in
bagno)
perché la musica che gli suona nella mente
è di quelle dispettose, che scappano
chissà dove, e s’offendono pure
e non salutano più.
Il poeta mentre mangia si alza e ciò non è
educato,
(però lui sa che non sarebbe gentile nemmeno
nei confronti
di un pensiero che chiede di entrare),
ma comunque ormai s’è rassegnato a questa
schiavitù
e s’allarma se un giorno non chiama nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento