lunedì 26 settembre 2016



Il poeta scrive seduto a tavolino
Sul suo quaderno tascabile o su un tovagliolo
Alle volte accende la luce
Poi la spegne scuotendo la testa;
a volte poi rientra di corsa
(gli altri pensano che debba andare in bagno)
perché la musica che gli suona nella mente
è di quelle dispettose, che scappano
chissà dove, e s’offendono pure
e non salutano più.

Il poeta mentre mangia si alza e ciò non è educato,
(però lui sa che non sarebbe gentile nemmeno nei confronti
di un pensiero che chiede di entrare),
ma comunque ormai s’è rassegnato a questa schiavitù
e s’allarma se un giorno non chiama nessuno.

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